La valutazione usura e anatocismo consente di comprendere quando si è in presenza di tassi che hanno raggiunto un livello tale da integrate fattispecie vietate nel nostro ordinamento. L’usura si verifica quando un soggetto si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari. Nel nostro ordinamento, l’usura è punita con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da 5.000 a 30.000 euro. Il termine anatocismo, invece, indica la pratica che consiste nella capitalizzazione degli interessi maturati su una somma che viene presa come base di calcolo di nuovi interessi. In altri termini, l’anatocismo indica gli “interessi sugli interessi” ed è una pratica tendenzialmente vietata nel nostro ordinamento giuridico.
Valutazione usura e anatocismo
Sommario
La nozione di TAN, TAEG e TEGM
Per una corretta valutazione usura e anatocismo, può essere utile conoscere alcune definizioni fondamentali necessario per il relativo calcolo.
TAN
In particolare, il TAN viene definito come il Tasso Annuo Nominale e include gli interessi nominali e le commissioni indicate nel contratto in forma percentuale.
TAEG
Il TAEG è il Tasso Annuo Effettivo Globale ed include tutto quanto compreso nel TAN e, in più, tutte le spese, i costi per la definizione del contratto, le commissioni (incluse le commissioni di massimo scoperto nei c/c), e la capitalizzazione degli interessi (come ad esempio la capitalizzazione trimestrale). Al fine del calcolo del tasso usura, la legge include anche gli interessi di mora su rate scadute.
TEGM
Il TEGM, infine, è il Tasso Effettivo Globale Medio che viene definito ogni 3 mesi dal Ministero del Tesoro (pubblicato online anche dalla Banca d’Italia). Se il TAEG è maggiore del TEGM, allora si verifica l’usura bancaria e si ha diritto ad un rimborso.
Tasso di Usura
Il Ministero del Tesoro rileva ogni trimestre il Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM) degli interessi praticati dall’intero sistema bancario e finanziario italiano. Tali tassi medi comprendono spese e commissioni ma non la commissione di massimo scoperto. Per la determinazione degli interessi usurari, i tassi rilevati devono essere aumentati della metà.
I tassi usurari costituiscono il livello massimo oltre il quale si configura il reato di usura.
Attuale metodo di calcolo dell’usura
Secondo il metodo di calcolo del tasso si usura attualmente utilizzato si stabilisce che il limite oltre il quale gli interessi sono ritenuti usurari è calcolato aumentando il tasso effettivo globale medio (TEGM) del 25% e aggiungendo al valore ottenuto un margine di ulteriori quattro punti percentuali. La differenza tra il tasso di usura e il tasso medio non può essere comunque superiore a otto punti percentuali.
La disciplina del codice penale
Il codice penale disciplina il reato di usura all’art. 644. In merito alla sua valutazione, si prevede che per la determinazione del tasso di interesse usurario si debba tenere conto delle commissioni, delle remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito. Si parla del cosiddetto principio della onnicomprensività dell’interesse, il quale mira ad evitare l’aggiramento della norma attraverso l’imputazione di somme, invece che a capitale ed interessi, a spese varie.
Aggravante
La stessa norma prevede una circostanza aggravante da applicare se l’usura sia stata commessa nell’esercizio professionale di una delle attività indicate nella norma stessa, di conseguenza non si viene a configurare qualora il soggetto abbia agito a titolo privato e non nell’esercizio delle sue funzioni.
Tali attività sono quelle bancarie o di intermediazione finanziaria mobiliare. In queste ipotesi, la pena è aumentata da un terzo fino alla metà.
Superamento della soglia antiusura
In caso di accertamento di avvenuto superamento della soglia antiusura da parte del tasso di mora deve trovare applicazione l’art. 1815, comma 2, del codice civile. In base all’applicazione di questa disposizione, si sanziona la pattuizione degli interessi usurari ma si fa seguire la sanzione della non debenza limitatamente al tipo di interesse che quella soglia abbia superato. Ad esempio, ove l’interesse corrispettivo sia lecito, e solo il calcolo degli interessi moratori applicati comporti il superamento della predetta soglia usuraria, ne deriva che solo questi ultimi saranno illeciti e preclusi.
Calcolo dell’anatocismo
L’anatocismo è il calcolo degli interessi sugli interessi che sono già maturati su una somma dovuta.
Gli interessi maturati si trasformano in capitale. Questo significa che sono sommati all’importo dovuto e producono a loro volta interessi. Per questo si parla di interesse composto.
Per tutte le operazioni bancarie, è espressamente vietata qualsiasi forma di produzione di interessi sugli interessi dovuti dal cliente alla banca. Diverso è il caso dei cosiddetti interessi di mora.
Interessi di mora
Questi ultimi, infatti, sono leciti in quanto espressamente previsti dal Codice Civile nei casi in cui il cliente debitore risulti inadempiente alle proprie obbligazioni pecuniarie. In particolare, rappresentano una sorta di maggiorazione del costo del rimborso di un finanziamento in caso di un mancato pagamento delle rate, nel rispetto dei termini di rimborso sanciti dal contratto stipulato. La loro funzione è quindi risarcitoria in quanto risarciscono il creditore per aver ricevuto il dovuto dopo la scadenza o per non averlo ricevuto affatto.
Come si calcolano gli interessi e quando devono essere pagati
Esistono delle specifiche regole che consentono di calcolare gli interessi. In primis, deve ricordarsi che gli interessi passivi maturati non possono produrre altri interessi. Gli interessi passivi e attivi, inoltre, devono essere calcolati con la stessa periodicità, ossia secondo lo stesso intervallo di tempo. Per quanto riguarda il periodo di conteggio degli interessi, questo non può essere inferiore a un anno e il termine per il calcolo è fissato a una data certa, che è il 31 dicembre di ciascun anno. Ciò significa che per il calcolo degli interessi passivi il periodo di riferimento non può più essere il trimestre. Per quelli attivi il contratto potrebbe prevedere, a vantaggio del cliente, un periodo di calcolo inferiore all’anno.
Precisazione
Si precisa, inoltre, che gli interessi passivi sono calcolati al 31 dicembre anche in caso di contratti stipulati in corso d’anno e, comunque, al termine del rapporto. Infine, gli interessi passivi calcolati al 31 dicembre non sono dovuti a questa data, ma al 1° marzo dell’anno successivo a quello in cui sono maturati.
Contabilizzazione degli interessi
Le banche devono dare separata evidenza a interessi e capitale per consentire al cliente di avere sempre chiare sia la somma dovuta a titolo di interessi, che non può produrre ulteriori interessi, e sia la somma dovuta a titolo di restituzione del capitale, ossia il debito principale, che contrariamente alla precedente produce interessi.
Il pagamento degli interessi passivi
Il cliente ha differenti opzioni per pagare e far proseguire normalmente il rapporto di credito con la banca, evitando gli effetti negativi di un inadempimento. Come prima possibilità, se ha disponibilità sufficienti, egli può scegliere di pagare subito il debito da interessi, in contanti o con un bonifico da un altro conto, evitando qualsiasi forma di capitalizzazione e quindi qualsiasi effetto di aumento del debito. In alterativa, può estinguerlo autorizzando l’addebito in conto. Così facendo, il debito da interessi si somma a quello principale e non è più distinto da esso, quindi è pagato o attraverso una compensazione con l’eventuale saldo attivo presente alla data del 1° marzo oppure, in caso di conto con saldo negativo, attraverso un ampliamento della somma oggetto di finanziamento.
Alternativa
L’ultima opzione, invece, consiste nel concordare con la banca, con un’apposita clausola contrattuale, che le somme in entrata sul suo conto (ad esempio bonifici in arrivo) siano impiegate per estinguere il debito da interessi.