Debiti con il Comune

debiti col comune messina

L’accumularsi di tasse non pagate, come l’Imu e la tassa sui rifiuti, può portare a contrarre debiti con il Comune.

Ma cosa succede quando il debitore è un dipendente dello stesso creditore? La proposta del Sindaco di Messina, Cateno De Luca è riportata dalla testata online L’eco del Sud (23 gennaio 2020).

Baratto amministrativo

Sommario

Il primo cittadino messinese sindaco propone il cosiddetto “baratto amministrativo” in vista dei futuri debiti contratti da dipendenti o consiglieri comunali e circoscrizionali. «In caso di acclarata indigenza – afferma – vedremo di attuare il baratto amministrativo, cioè la compensazione del debito attraverso lavori». Per i debiti già in corso, invece, propone effettuare trattenute sulle somme che il debitore riceve dal Comune stesso. «Sia il dipendente del Comune che il consigliere comunale o di circoscrizione riceveranno una trattenuta nella loro busta paga (o nella indennità erogata) fino alla estinzione delle somme dovute». A tal fine è allo studio un’indagine per verificarne la fattibilità. Tale misura permette al contempo la graduale esdebitazione per il debitore e naturalmente il risanamento dei conti per il Comune. Essa inoltre mira a «evitare un ulteriore indebitamento da parte di questi soggetti».

In più, come accennato, permette «di recuperare i crediti dei precedenti esercizi, che non possono essere estinti con il ricorso al baratto amministrativo». Quest’ultimo, infatti, riguarda soltanto i tributi futuri, come specifica la nota.

Il baratto amministrativo è un contratto di prestazione tra il cittadino e un ente pubblico, che permette al primo di risanare la propria posizione debitoria. Lo strumento di esdebitazione in questo caso consiste in lavori di pubblica utilità. Per esempio, tinteggiare edifici di competenza del Comune, oppure opere di pulizia e manutenzione di strade e aiuole o di abbellimento e decoro urbano. Introdotto nel 2014 per permettere il pagamenti di debiti ai cittadini nullatenenti, è attualmente disciplinato dall’art. 190 del decreto legislativo 18 aprile 2016. Tuttavia non è possibile applicarlo ai tributi locali precedenti.

La situazione messinese

La proposta del Comune di Messina si colloca in un contesto più generale di lotta ai tributi non pagati. A Messina un cittadino su quattro non paga le multe. La Gazzetta del Sud online (14 gennaio 2020), riporta la cifra di 25 milioni di euro in nove anni. Di qui la necessità di istituire un ufficio unico dei Tributi, per risanare i debiti dei cittadini nei confronti del Comune.

Il Sindaco evidenzia la possibile causa di disagio economico alla base di molte inadempienze. Anche questa infatti è una delle strade per prevenire il sovraindebitamento.

Al contempo deplora, in altri casi, la negligenza verso «il proprio dovere di cittadino, che è quello di concorrere alla spesa pubblica in misura proporzionale alle proprie risorse».

Fonte: L’eco del sud